Appalti Manipolati: Sequestrati 80mila Euro in Contanti a Salvatore Cuffaro, Ex Presidente della Regione

Appalti manipolati: sequestrati 80mila euro in contanti a Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione

Secondo quanto emerge da una prima notizia di agenzia, i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (Ros) hanno sequestrato circa 80mila euro in contanti a Salvatore Cuffaro, già presidente della Regione Siciliana, indagato in un procedimento che coinvolge complessivamente 18 persone. Tra queste figurerebbe anche l’ex ministro Saverio Romano. L’indagine, stando alle informazioni finora disponibili, ruoterebbe attorno all’ipotesi di irregolarità in materia di appalti pubblici. Le contestazioni sono in fase di accertamento e le persone coinvolte sono da considerarsi innocenti fino a eventuale sentenza definitiva.

Il sequestro del denaro, eseguito dai militari del Ros su disposizione dell’autorità giudiziaria, rientra tra gli strumenti previsti dal codice di procedura penale a fini probatori o preventivi. In casi del genere, il provvedimento non anticipa un giudizio di colpevolezza, ma mira a preservare elementi ritenuti utili all’inchiesta o a evitare che beni potenzialmente collegati alle ipotesi investigative vengano dispersi. Al momento non è stato reso noto se si tratti di un sequestro probatorio, finalizzato all’acquisizione di evidenze, o preventivo, volto a impedire la reiterazione di condotte illecite o il consolidarsi di presunti vantaggi economici.

Il nome di Cuffaro, figura politica di lungo corso in Sicilia ed ex governatore regionale, torna così al centro dell’attenzione mediatica. La notizia del sequestro, che riguarda la disponibilità di contanti per un ammontare stimato in 80mila euro, ha subito alimentato interrogativi sul perimetro dell’inchiesta e sugli eventuali risvolti in materia di contratti pubblici. L’ipotesi di manipolazioni negli appalti, su cui si concentrerebbe l’attività degli inquirenti, evoca un terreno particolarmente sensibile, nel quale si incrociano procedure amministrative complesse, responsabilità politiche e interessi economici rilevanti. Non è tuttavia allo stato disponibile un capo di imputazione formalizzato né un quadro puntuale dei fatti contestati.

Nel fascicolo rientrerebbe anche l’ex ministro Saverio Romano. La sua presenza nel novero degli indagati segnala l’ampiezza di un’indagine che, almeno per ora, sembra coinvolgere profili politici e amministrativi diversi. Non risultano dichiarazioni ufficiali né da parte di Cuffaro né da parte di Romano, così come non sono stati diffusi commenti dai rispettivi legali. È prevedibile che, nelle prossime ore, le difese possano chiedere l’accesso agli atti per valutare la sussistenza dei presupposti del sequestro e per delineare una strategia, inclusa l’eventuale impugnazione del provvedimento davanti al tribunale del riesame.

Il ricorso al contante in somme significative è spesso oggetto di approfondimento investigativo, specie quando l’inchiesta verte su ipotesi di corruzione o turbativa d’asta. Ciò non comporta di per sé un’illegalità: in Italia l’uso del contante è regolato per soglie e obblighi antiriciclaggio che coinvolgono istituti bancari e professionisti. Spetta agli inquirenti verificare la tracciabilità delle somme, la loro provenienza e l’eventuale collegamento con le condotte ipotizzate. In questa cornice, l’acquisizione del denaro serve a cristallizzare un elemento materiale che potrebbe rivelarsi rilevante nella ricostruzione dei flussi finanziari.

Il Ros, reparto investigativo dell’Arma specializzato in criminalità organizzata e reati contro la pubblica amministrazione, opera di concerto con la magistratura nelle fasi più tecniche delle indagini: accertamenti patrimoniali, analisi documentali, mappature societarie. Non è stato reso noto se, oltre al sequestro dei contanti, siano state eseguite perquisizioni domiciliari o acquisizioni informatiche presso uffici pubblici e privati; un dettaglio che potrebbe emergere con la formalizzazione degli atti o con eventuali conferenze stampa degli inquirenti.

Il tema degli appalti pubblici rimane centrale nel dibattito nazionale, anche alla luce del nuovo Codice dei Contratti e delle iniziative di digitalizzazione e trasparenza. Le procedure di gara, l’uso delle piattaforme telematiche, i presìdi di prevenzione della corruzione e il ruolo delle stazioni appaltanti sono ambiti nei quali l’ordinamento ha rafforzato negli ultimi anni regole e controlli. Eventuali condotte di manipolazione, ove accertate, possono determinare conseguenze penali e amministrative, dall’interdizione a contrarre con la pubblica amministrazione fino alla confisca dei profitti illeciti.

Dal punto di vista procedurale, la fase attuale è quella delle indagini preliminari: la procura titolare sta verosimilmente procedendo a escussioni, acquisizioni e valutazioni tecniche. Nei prossimi passaggi, potranno emergere elementi più circostanziati sulle ipotesi di reato, sul periodo di riferimento e sulle persone giuridiche eventualmente coinvolte. Fino a quel momento, resta fermo il principio di presunzione di innocenza per tutti gli indagati e la necessità di attendere riscontri ufficiali prima di trarre conclusioni sulla vicenda.