Una rottura nel cuore dell’inverno del tennis riaccende il dibattito più antico: quando è il momento giusto per cambiare rotta? Nel caso di Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero, la risposta non è scontata, ma dice molto sul coraggio di cercare ancora di più, anche quando si è già in cima.
A pochi giorni dagli Australian Open
Il circuito parla della separazione tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero. La notizia, arrivata “a freddo”, sorprende solo in parte. In cima, i cicli si consumano in fretta. Si alzano gli standard, si assottiglia il margine d’errore, si fa spazio alla voglia di un’altra spinta.
Ferrero e Alcaraz: un percorso di successi
Ferrero ha preso Alcaraz quando era un talento in costruzione. Insieme hanno attraversato tutte le soglie: primi tornei ATP, top-100, top-10, poi l’esplosione. Dati alla mano: due Slam (US Open 2022, Wimbledon 2023), il n.1 ATP a 19 anni, il più giovane di sempre a fine anno nel 2022. È un curriculum da manuale. Ed è proprio per questo che il passo attuale spiazza.
Il tennis vive di finestre
Jannik Sinner è cresciuto dopo l’addio a Riccardo Piatti e il passaggio al team Vagnozzi-Cahill: Davis Cup 2023, Australian Open 2024, fino al n.1 del ranking nel 2024. Novak Djokovic ha più volte rimescolato lo staff tecnico (da Marian Vajda a Boris Becker, poi Goran Ivanisevic), trovando chiavi nuove su campi già battuti. Andy Murray è tornato da Ivan Lendl per dare un senso diverso alla stessa storia. Ogni cambio ha un costo, ma può restituire angoli di gioco prima invisibili.
Cervara apre una porta: cambiare per crescere
Qui entra la voce di Gilles Cervara, ex coach di Daniil Medvedev (legame chiuso nel 2024) e, secondo quanto riportato dalla stampa italiana, oggi vicino al team dell’americano Nishesh Basavareddy (informazione non confermata ufficialmente al momento della stesura). La sua posizione è controcorrente rispetto al “mai cambiare ciò che funziona”: “Se Alcaraz cerca qualcosa di nuovo, ha fatto bene a separarsi da Ferrero”. È una frase semplice, ma sposta il fuoco. Non c’è rottura con il passato. C’è la volontà di cercare un’altra curva di apprendimento.
Qualcosa di nuovo per un campione di 21 anni
Che cosa significa “qualcosa di nuovo” per un campione di 21 anni? Potrebbe essere un lavoro più mirato sui pattern di servizio nelle fasi calde, una gestione diversa degli scambi corti sul cemento, oppure una pianificazione più selettiva del calendario. Sul piano mentale, potrebbe tradursi in routine aggiornate per i momenti-limite, quelle tre palle per set che decidono una stagione.
Il futuro di Alcaraz
Non abbiamo, ad oggi, indicazioni ufficiali su chi entrerà nel box di Alcaraz. Nessun nome confermato, nessuna timeline definitiva. C’è, però, un dato: i grandi sono spesso passati da una frizione creativa prima di allungare il proprio prime. Anche quando sembrava non servisse.
Il merito di Ferrero e Alcaraz
Il merito di Ferrero resta intatto e non si riscrive. Ha affinato il talento, ha protetto il ragazzo, ha modellato un campione con identità aggressiva e completa. Il merito di Alcaraz, ora, è provarci ancora. Cercare una nuova scintilla senza rinnegare ciò che lo ha portato fin qui.
Cambiare coach è come cambiare incordatura
Alla fine, cambiare coach è come cambiare incordatura: varia poco sulla carta, ma nelle dita la sensazione è tutto. Quanta curiosità c’è nel vedere come questa ricerca di novità ridefinirà il suo tennis quando il sole di Melbourne picchierà a mezzogiorno?

